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In Canavese il fenomeno del “Ricetto” è particolarmente diffuso in quanto le terre canavesane  erano di transito per superare le Alpi e le genti dovevano spesso difendersi da razziatori occasionali, provvedendo all’immagazzinamento e alla conservazione dei prodotti della terra, che garantivano un sostentamento nei periodi di carestia.

Il ricetto era pertanto un piccolo borgo fortificato, cinto da mura difensive, con all’interno un agglomerato di piccole e modeste cellule edilizie, diviso da strade interne perpendicolari tra di loro, che si rifacevano al disegno urbanistico del castrum romano.

L’edificazione del Ricetto di Oglianico è sicuramente posteriore al 1329. Nel 1372 Ibleto di Challant, confermando gli statuti, definisce Oglianico una “villa” ossia un “piccolo borgo cinto da mura”.

Ha una conformazione architettonica che si rifà alla geometria del quadrato, avente i lati di circa 70 mt di lunghezza. Nel lato ovest il piccolo borgo fortificato è delimitato dal torrente Levesa che, in tempi medioevali, veniva dirottato in un fossato che correva prospiciente le mura del ricetto e ne costituiva un elemento difensivo.

 

All’interno il borgo è diviso da strade trasversali e longitudinali la cui larghezza era calcolata in funzione della dimensione dei carri. All’interno della fortificazione vi erano piccole cellule edilizie disposte in un’unica fila all’esterno e in una doppia fila all’interno, edificate utilizzando materiali poveri, quali ciottoli e pietre di fiume con malta e qualche corso di mattoni ricavati dalla demolizione di abitazioni vicine.

Hanno un aspetto scarno e privo di qualsiasi decorazione. La facciata principale prospettava le strade interne del borgo, mentre le facciate retrostanti costituivano le mura difensive del ricetto. In alcuni punti (verso sud) si può scorgere ancora la presenza della “lizza”, ovvero una sorta di percorso che circondava la fortificazione e che permetteva un pronto intervento difensivo in caso di necessità. Le case erano generalmente costituite da un locale scantinato, usato come deposito, e da un piano superiore coperto da un solaio in legno. Alcune cellule all’esterno presentano ancora tracce di una lobbia, ossia un balcone formato dal prolungamento delle travi del solaio interno, che serviva per lo scarico delle merci. Nel Ricetto di Oglianico erano presenti 62 cellule edilizie e solo poche di esse hanno resistito al tempo pressoché inalterate.

Nel lato ovest del Ricetto è presente una torre-porta ancora ben conservata. La struttura è a pianta quadrata e misura m. 6,65 x 5,30. Realizzata con ciottoli di fiume di piccola pezzatura intervallati da corsi di mattoni, presenta la tipica tessitura a spina di pesce.

È suddivisa in quattro piani da tre impalcati lignei raggiungibili attraverso delle scale-porta in legno. Al piano terreno si trova l’accesso carraio che in tempi medievali veniva chiuso da un ponte levatoio. Lateralmente a tale apertura si possono scorgere tracce di una “pusterla” ovvero di un accesso pedonale regolata anch’essa da un piccolo ponte levatoio, le cui pietre di appoggio del meccanismo, sono ancora presenti e ben visibili.

Soprastante il passaggio carraio due alte feritoie permettevano il movimento dei bilanceri del ponte levatoio; due grossi bolzoni, infatti, ne permettevano la salita e la discesa mentre quello della pusterla era regolato da una semplice carrucola azionata a mano. La torre-porta del Ricetto di Oglianico è l’unica di tutto il Canavese che conserva intatto un bell’esempio di belfredo o bertesca, ossia di una torre di avvistamento.