Image result for oglianico ricettoDalle visite pastorali del 1329 si desume che ad Oglianico esistevano due chiese: la chiesa di San Cassiano (ora del cimitero) e una chiesetta denominata di Sant’Evasio. Tale cappella viene definita “campextris”, facendo presupporre che nel 1329 la chiesetta fosse ancora dislocata in posizione separata rispetto all’abitato di Oglianico e che quindi il Ricetto non fosse ancora stato edificato.

Questa teoria è avvallata dal fatto che il piano di calpestio della  cappella si trova in posizione inferiore di circa un metro rispetto al piano dell’attuale Ricetto. Questi pochi dati farebbero risalire la costruzione della cappella al XI o al XII secolo.

La piccola chiesa di Sant’Evasio nel 1300 “nihil habet” cioè non produce redditi: sembra infatti che già in quell’epoca fosse bisognosa di restauri.

Dalle notizie storiche sembra che la chiesa sia caduta in disuso dalla metà del 1400 circa, quando viene inglobata nelle proprietà della Confraternita di Santo Spirito, associazione laica presente sul territorio oglianicese fino verso la metà del 1600.

Quando la costruzione passa di proprietà alla confraternita cambia anche la sua dedicazione e viene intitolata a Santo Spirito. E’ quasi certo che l’attuale raffigurazione sia stata eseguita all’epoca del passaggio alla confraternita, risalendo quindi alla metà del 1400, anche se sono visibili tracce di un affresco più antico.

L’abside, unica parte architettonica rimasta della vecchia chiesa, si compone di due fasce, una inferiore ed una superiore.

La fascia inferiore raffigura i dodici Apostoli, rappresentati in piedi, con teste aureolate, con manti colorati e pesanti. Purtroppo solo per alcuni di loro sono evidenti i segni della identificazione iconografica.

Sono rappresentati a gruppi di tre, alcuni di fronte, altri di lato, come se stessero colloquiando, e tengono tutti in mano un libro, simbolo della parola di Dio.

Nella parte centrale della fascia inferiore compare inoltre la scena della crocifissione dove le figure della Vergine (a destra) del Cristo (al centro) e di San Giovanni (a sinistra), risultano essere più piccole rispetto a quelle degli Apostoli.

La crocifissione non è centrale rispetto all’abside ma risulta in posizione leggermente traslata verso sinistra; nella stessa posizione sono state anche ritrovate tracce del vecchio altare in muratura.

DSCF0023Nella fascia superiore è raffigurato Dio Padre benedicente all’interno della mandorla azzurra contornata dai simboli del tetramorfo: San Matteo – l’angelo, San Luca – il bue, San Marco il leone e  San Giovanni l’aquila.

L’arco trionfale presenta un elemento decorativo di particolare bellezza rappresentato da un fregio vegetale nastriforme dai colori vivaci. Sotto l’arco due grandi pietre sono poste come capitello. Le pietre sembrano essere rette da due figure umane che rappresentano una sorta di telamoni dipinti.

I piccoli uomini sono disegnati piegati, nell’atto di sorreggere il capitello e quindi l’arco stesso, con i visi e i corpi deformati dallo sforzo, in atteggiamento quasi beffardo verso l’osservatore.

 

Riprendono sicuramente l’usanza dei telamoni in pietra tipici dell’epoca romanica posti sui portali di entrata delle chiese.

Nella parte bassa della rappresentazione sono visibili tracce di un velario e sotto di esso si scorge la classica muratura con ciottoli a lisca di pesce. Sono inoltre visibili due muretti in pietra che servivano da piano per un impalcato in legno che fungeva da pavimento.